Ciao Alice
Alice Miller non c’è più. Il suo viaggio terreno ha avuto termine qualche giorno fa in Provenza.
Per un breve attimo, la mia vita e la sua si sono intersecate. Dalla Francia all’Italia, in poche parole scambiate al telefono ho avuto la fortuna di percepire la forza che da lei emanava. Ma anche la dolcezza, mentre chiedeva notizie di mio figlio, e poi delicatamente mi ordinava: “Adesso vada, suo figlio ha bisogno di lei”.
Grazie a lei, sono diventata una madre migliore, una persona migliore.
La sua speranza mai tramontata che un futuro migliore per l’umanità fosse possibile era la sua forza. Per tutta la vita, fino alla fine, ha portato avanti e ampliato la sua idea illuminante (così osteggiata nell’ambiente psicoanalitico tanto da portarla coraggiosamente ad allontanarsene) e ha rappresentato un faro di speranza per tutti coloro che leggendo i suoi testi vi hanno trovato chi li capisse e ne accogliesse i traumi in modo incondizionato.
Alice Miller ha passato a noi il testimone, a tutti noi che crediamo fermamente che la violenza degli adulti, che da millenni sconvolge il mondo, passi necessariamente per la violenza che ogni giorno, anche nella nostra civilissima e iperacculturata Italia, subiscono i bambini tra le quattro mura domestiche, mantenendone una traccia indelebile inscritta nel loro inconscio, la stessa violenza che da adulti finiscono a loro volta per sfogare sui più deboli, in una catena infernale così tanto difficile da spezzare per chi ha vissuto sulla propria pelle i traumi dei maltrattamenti, della negligenza o degli abusi.
Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di farlo. Il progetto Non Togliermi Il Sorriso è nato proprio attorno al fulcro del suo pensiero.
Com’è successo a molti Giusti, il riconoscimento delle sue fatiche ormai giungerà postumo, ma in ogni caso la sua eredità spirituale verrà portata avanti da molti e si diffonderà capillarmente perché