Il titolo (che non è dell’autore) fa rabbrividire. La tesi (che il sottotitolo riassume) fa sorridere. È talmente esagerato - diciamo - che sembra troppo semplice, quindi falso. Eccoci al cuore del problema: la razza umana è questa strana specie che ama dire e sentir dire male di sé stessa, credere che la propria natura sia malvagia piuttosto che buona.
"Esigiamo rispetto per i suoi occhi limpidi, le tempie lisce, gli sforzi tutti nuovi, il suo candore. Perché i nostri sguardi spenti, le fronti corrugate, i capelli bianchi e i peli ruvidi, o le nostre schiene piegate dalla rassegnazione, dovrebbero essere più venerabili? (...) I prìncipi del cuore sono proprio i bambini, questi poeti e pensatori. Rispetto, se non umiltà, per la bianca, la candida, l'immacolata, la santa infanzia". (Janusz Koczak, Il diritto del bambino al rispetto, 1929)