"Certi si burleranno senza dubbio di questa idea, e diranno che il terapeuta è ingenuo e non sa a che punto i bambini sono subdoli e cercano certamente di sfruttare la gentilezza dei genitori. Non bisogna stupirsi di tali reazioni, poiché la maggior parte dei genitori vedono nei loro figli i loro stessi genitori, e hanno paura di riconoscere una sbaglio quando un tempo venivano minacciati di gravi punizioni per ogni errore. Si aggrappano alla maschera della loro perfezione ed è altamente improbabile che siano capaci di correggersi." (A. Miller)

Ultimi articoli pubblicati

Appello a Papa Francesco
di NTIS
  Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo sa anche correggere con fermezza. Non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre sa correggere, senza avvilire. È lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi. Una volta ho sentito, in una riunione di matrimonio, dire a un papà: «Io, ma alcune volte devo picchiare un po’ ai figli, ma mai in faccia per non avvilirli». Che bello, ha senso della dignità. Deve punire, lo fa giusto e va avanti.  
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Il trauma cumulativo nell'infanzia
di Patrizio Lampariello
Non poche osservazioni cliniche e numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato un numero sempre maggiore di persone affette da disturbi traumatici che non sembrano rispondere ai criteri diagnostici definiti dal DSM IV per il disturbo post-traumatico da stress (DPTS). In altre parole ci sono molte persone che soffrono per sintomi associati a stress che, stando al DSM IV, “non dovrebbero manco esistere”. C’è da chiedersi, allora, se i traumi non siano eventi più frequenti di quanto la classificazione psichiatrica non ritenga e di quanto noi stessi immaginiamo. E se non sia il caso di ampliare la definizione diagnostica per il disturbo da stress fino a includere il concetto di “trauma cumulativo”.
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Ecco, è successo di nuovo...
di Emy
Ecco, è successo di nuovo...: hai alzato le mani, hai urlato con tuo figlio, forse ti dispiace, ma l'esempio che hai avuto nel passato e nella società ti viene in aiuto... "È così che si fa", "i bambini devono imparare!","Me l'ha tirato proprio fuori dalle mani", "Cosa vuoi che sia, succede, i bambini dimenticano in fretta", "siamo tutti venuti su bene lo stesso anche se abbiamo ricevuto qualche botta... rafforza il carattere". Bene, sei "socialmente accettabile"... non hai fatto nulla di così grave.
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Liberi di non picchiare
di NTIS
Dalla collaborazione tra Genitori Channel e Non Togliermi il Sorriso nasce "Liberi di Non Picchiare", una rassegna che andrà avanti per tutto il mese di Novembre con articoli, testimonianze e riflessioni sui modi e le ragioni per cui la violenza sui bambini li danneggia profondamente, insieme a tante varie possibilissime alternative, tante quante le famiglie che ogni giorno le mettono in atto.
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Perché i bambini piccoli protestano quando è ora di dormire: una storia di disadattamento evolutivo
di Peter Gray
I mostri sotto al letto sono reali. Di solito, nella nostra cultura, i neonati e i bambini piccoli protestano quando è ora di andare a letto. Inventano scuse di ogni sorta. Dicono di non essere stanchi quando invece lo sono in modo evidente. Dicono d’aver fame, o sete, o bisogno di ascoltare una storia (e poi un’altra ancora) – qualunque cosa pur di temporeggiare. Ci dicono della loro paura del buio, o di mostri nell’armadio o sotto il letto. I bambini piccoli che ancora non parlano, che non possono ancora descrivere le loro paure o provare a negoziare, semplicemente strillano.
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Articolo in evidenza

1 settembre 2005
 
Questo articolo è stato proposto al settimanale Der Spiegel, ma la redazione non ha potuto pubblicarlo adducendo che aveva “già diffusamente trattato il caso Jessica”. È così che vengono liquidati gli “affari” di questo tipo – come recentemente quello della morte di nove neonati – senza che la stampa approfitti dell’occasione per trarne delle conclusioni e per spiegare ai lettori le ragioni di queste morti che si pretendono inspiegabili.

Dal forum

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Tesi di laurea

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Il dentista, un incubo

    Primi passi (1-3 anni) - il 6/12 alle 7:29


Cerco Katerpillar...

    Per bimbi e genitori con bisogni «speciali» - il 10/7 alle 23:40


Stili educativi incoerenti: stiamo sbagliando tutto?

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Mettere in punizione

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Che fatica giocare con mio figlio

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Storia d'infanzia

Sono stata una bambina picchiata. Spesso e selvaggiamente da piccolissima. Man mano che crescevo le botte sono diventate meno frequenti, restavano una soluzione per le grandi occasioni. Per punizione venivo respinta, ignorata, messa in castigo, subivo privazioni. Era comunque violenza, comunque disamore. Non ho mai rimosso il ricordo della brutalità e dell'ingiustizia di mio padre, non ho mai pensato che avesse ragione.
E ho conservato la memoria dei miei dolorosi sentimenti. Sono insomma rimasta in stretta sintonia con la bambina che ero. E questo mi ha sempre aiutato a entrare in contatto con i bambini, a capirli nelle loro esigenze più semplici, a sentirmi una di loro.