All'inizio della nostra vita eravamo, così piccoli, del tutto dipendenti dai nostri genitori. E credevamo, dovevamo credere, che ci amassero. Anche quando venivamo abusati, non ce ne rendevamo conto. Poi, dopo i 4 anni, crescemmo e non potemmo evitare di soffrire dall'essere respinti, odiati e trattati crudelmente. Ma da bambini dipendenti non potevamo ancora sopportare di sentire questa sofferenza, eravamo troppo piccoli per fare i conti con questi sentimenti, così dovemmo reprimere la nostra rabbia, l'indigazione, e la nostra profonda delusione all'interno dei nostri corpi. Una volta divenuti adulti, questi sentimenti repressi che scaturiscono dal trattamento crudele dei nostri genitori possono riaffiorare, ma sono ancora connessi con la paura del bambino di venire punito ad ogni segnale di ribellione.
"Essere genitore è un compito particolarmente intenso e impegnativo, anche perchè i nostri figli possono chiederci cose che nessun altro chiederebbe, e in modi che nessun altro userebbe. Ci vedono da vicino come nessun altro fa e tengono davanti a noi degli specchi in cui rifletterci. Così facendo, ci offrono ripetute possibilità di vedere noi stessi sotto una luce diversa e di lavorare consapevolmente chiedendoci che cosa possiamo imparare dalle situazioni che si presentano con loro". (Myla e Jon Kabat-Zinn)