Articoli di Autori Vari

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Jan Hunt

E’ affar nostro? Lo vediamo ovunque. Un genitore stanco alla fine di una giornata stressante perde la calma e un bambino soffre. Vorremmo fare qualcosa, ma esitiamo. Sono faccende che ci riguardano? E se reagiamo mettiamo in imbarazzo e provochiamo il genitore, mettendo ancor più a repentaglio il bambino? Sbagliamo se diciamo con severità al genitore che deve trattare il figlio con gentilezza? È meglio passare facendo finta di niente? In fondo nessun genitore è perfetto.
In una recente trasmissione radiofonica via Internet1, ho sottolineato che i bambini sono i veri esperti di genitorialità. Ho aggiunto che spesso chiedo ai nuovi genitori se vorrebbero avere un esperto che viva con loro per aiutarli a capire cosa fare! Ho detto al pubblico radiofonico: "È sufficiente guardare il bambino. Se state facendo qualcosa di sbagliato, il bambino ve lo dirà. Se state facendo qualcosa di giusto, il bambino vi dirà anche quello. I bambini sanno esattamente di cosa hanno bisogno."

John Holt

Alcuni esperti, quando parlano della disciplina, cercano di equiparare e legare tra di loro ciò che io ho chiamato la Disciplina della Natura e la Disciplina della Forza Superiore. Dicono che quando chiediamo a un bambino di fare qualcosa, e lo puniamo se non la fa, gli stiamo insegnando a comprendere le conseguenze naturali delle sue azioni. In un libro ampiamente acclamato, un esperto ha dato questo consiglio specifico. Se vostro figlio arriva a casa tardi per cena, ditegli che non può avere da mangiare e imparerà presto le "conseguenze naturali" dell'essere in ritardo e del tornare a casa in orario. L'esempio è confuso, insensato e sbagliato.
Durante i suoi molti colloqui con i giovani, Paul Goodman era solito dire che un buon modo per contribuire a un mondo davvero differente e migliore era quello di agire nella vita quotidiana, per quanto possibile, come se quel mondo esistesse veramente. Cosa fareste, chiedeva, se il mondo fosse già diventato più o meno il genere di posto che vorreste; come vivreste, come trattereste le altre persone? Vivete in questo modo adesso, trattateli così adesso. Se qualcosa ve lo impedisce, cercate di trovare una maniera di aggirarla.

Thomas Gordon

Quando una persona cerca di controllarne un’altra, ci si può sempre aspettare qualche tipo di reazione da parte di quella controllata. L’uso del potere coinvolge due persone in un particolare tipo di rapporto – una detiene il potere, e l’altra vi reagisce. Questo fatto, apparentemente ovvio, spesso non viene preso in considerazione negli scritti dei sostenitori della disciplina. Invariabilmente, il bambino viene lasciato al di fuori della formula, omettendo qualunque riferimento al modo in cui il piccolo reagisce al controllo dei suoi genitori o insegnanti. E insistono: “I genitori devono porre dei limiti”, ma raramente dicono qualcosa su come i bambini rispondono alla negazione dei loro diritti.

Alice Miller

Nel corso della mia vita, nessun cammino è stato tanto lungo da seguire quanto quello che mi ha condotto a me stessa. Non so se sono io un’eccezione, o se altri vi siano passati. Di sicuro alcuni ne scampano, dato che per fortuna ci sono persone che hanno avuto la buona sorte di essere completamente accettate per quel che erano dai genitori fin dalla nascita, con i loro sentimenti e i loro bisogni.
1 settembre 2005   Questo articolo è stato proposto al settimanale Der Spiegel, ma la redazione non ha potuto pubblicarlo adducendo che aveva “già diffusamente trattato il caso Jessica”. È così che vengono liquidati gli “affari” di questo tipo – come recentemente quello della morte di nove neonati – senza che la stampa approfitti dell’occasione per trarne delle conclusioni e per spiegare ai lettori le ragioni di queste morti che si pretendono inspiegabili.
Perché le sculacciate, gli schiaffi e altri tipi di botte, apparentemente inoffensivi, come gli schiaffetti sulle mani di un bambino, sono pericolosi? Perché gli insegnano la violenza attraverso l’esempio che ne danno. Perché distruggono la certezza di essere amato di cui il bambino ha un bisogno vitale. Perché creano un’angoscia permanente: quella della prossima punizione. Perché sono portatrici di una menzogna: pretendono di essere educative mentre, quando sono inferte, servono solo ai genitori per sbarazzarsi della loro collera. Picchiano perché sono stati picchiati da bambini. Perché inducono alla collera e ad un desiderio di vendetta rimossi che si esprimeranno in un secondo momento. Perché programmano il bambino ad accettare argomentazioni illogiche (ti faccio del male per il tuo bene) e le imprimono nel suo corpo. Perché distruggono la sensibilità e l’empatia verso gli altri e verso sé stesso.

Michel Odent

L’ora seguente la nascita è senza dubbio una delle fasi più critiche nella vita degli esseri umani. Non è un caso che tutti i gruppi umani abbiano sistematicamente disturbato i processi fisiologici in questo breve periodo di tempo, attraverso credenze e rituali. I nostri background culturali sono in gran parte determinati dall'inizio della interazione madre-bambino. La prima ora dopo la nascita può essere vista da una moltitudine di prospettive complementari. Il mio obiettivo è quello di catalogare dodici diverse prospettive per illustrare la reale dimensione di questo complesso argomento.

Claudia Artoni Schlesinger

Lo scandalo di Martina. È possibile che i bambini vengano ascoltati? Una precisazione: in questo breve scritto non si vuole altro che attirare l’attenzione e offrire uno spunto di riflessione, per chi si occupa di bambini e del loro benessere, sul fatto che non si debba, a nostro parere, interrompere (salvo casi di particolare gravità) un rapporto tra bambini e coppie o persone che ne abbiano avuto cura nei primissimi tempi della loro vita, quando si sia già stabilito un buon legame che costituisce sempre la base di un futuro sano sviluppo della personalità.
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