Il transfert

All'inizio della nostra vita eravamo, così piccoli, del tutto dipendenti dai nostri genitori. E credevamo, dovevamo credere, che ci amassero. Anche quando venivamo abusati, non ce ne rendevamo conto. Poi, dopo i 4 anni, crescemmo e non potemmo evitare di soffrire dall'essere respinti, odiati e trattati crudelmente. Ma da bambini dipendenti non potevamo ancora sopportare di sentire questa sofferenza, eravamo troppo piccoli per fare i conti con questi sentimenti, così dovemmo reprimere la nostra rabbia, l'indigazione, e la nostra profonda delusione all'interno dei nostri corpi. Una volta divenuti adulti, questi sentimenti repressi che scaturiscono dal trattamento crudele dei nostri genitori possono riaffiorare, ma sono ancora connessi con la paura del bambino di venire punito ad ogni segnale di ribellione.

Se da adulti dovessimo essere trattati nello stesso modo in cui i nostri genitori ci trattarono da piccoli, molti di noi - specialmente coloro che sono stati in terapia - potrebbero divenire consapevoli della crudeltà un tempo sopportata. Ma la conoscenza di tutta quella crudeltà può restare ancora repressa perché quando non avevamo un nome da darle venivamo presi dal terrore.

Ecco perché abbiamo bisogno di ciò che chiamiamo "il trasfert", per esempio provando odio verso un'altra persona al posto di nostra madre o nostro padre.
Il trasfert è inevitabile se siamo stati abusati da piccoli. Può essere anche altamente destabilizzante. Ma può altresì diventare liberatorio qualora siamo pronti a vederlo come una conseguenza della nostra infanzia. Se abbiamo trovato il coraggio di guardare i nostri giovani genitori arrabbiati pieni d'odio negli occhi, e sentire la paura del piccolo bambino che siamo stati, allora il ruolo ingannevole, confusionale e difensivo del transfert scompaiono.

A questo punto possiamo sforzarci di sentire la paura provata da piccoli, spaventati a morte da due grandi esseri umani che ci stringevano corpo e anima tra le loro mani, facendoci o dicendoci qualunque cosa volessero, totalmente incuranti sul nostro futuro, sulle conseguenze che il loro abuso avrebbe potuto avere sulle nostre vite. Si comportavano come automi, guidati dalla loro stessa infanzia, incapaci di qualsiasi riflessione.

Se non vogliamo diventare come loro, allora dobbiamo sforzarci di vederli il più precisamente possibile. Possiamo usare in tal modo il transfert come un mezzo per scoprire i sentimenti del bambino che siamo stati e approfondire la nostra comprensione per lui o lei. In tale momento il trasfert diviene la nostra guida, che consentirà al bambino dentro di noi di credere a ciò che il suo corpo sapeva per tutta la vita ma la sua mente non avrebbe mai potuto credere: che così tanta malvagità e odio potessero essere diretti contro un piccolo, innocente bambino, solo perché i suoi genitori avevano sopportato lo stesso trattamento senza averlo mai messo in dubbio.

Info
Scritto da: 
Alice Miller
Traduzione: 
Chiara Pagliarini
Revisione: 
Melidi7

© 2008, per gentile concessione.